Per due flauti con accompagnamento di pianoforte
Il concerto originale per due flauti con accomp.to di pianoforte è uno dei due “concerti” ritrovati nel 2021 insieme all’archivio del musicista Casalese. Il secondo concerto, dal titolo “Concerto in La“, ci è purtroppo pervenuto incompleto.
Il fulcro di interesse, esplicitato nel titolo, è riservato per i due strumenti solisti mentre al pianoforte è affidata principalmente la funzione di sostegno e di raccordo; talvolta lo strumento a tastiera è utilizzato per evidenziare i temi variati virtuosisticamente dei due flauti.
Del concerto esistono più parti e con due calligrafie diverse ma ascrivibili entrambe a Hugues:
– La partitura completa dei tre movimenti (parte del pianoforte con le guide dei flauti)
– La sola parte del pianoforte, integrale e corrispondente alla partitura nella struttura nelle tonalità;
– La parte staccata del primo flauto senza il terzo movimento;
– La parte staccata del secondo flauto senza il primo movimento
Le parti staccate del primo del secondo flauto sono mutile (si interrompono circa a metà del secondo movimento)
I manoscritti del concerto contengono pochissime correzioni, si presume che le bozze siano andate perse. La carta utilizzata per la stesura del concerto, per quanto riguarda la partitura completa (quella presa in considerazione per la realizzazione di questa edizione), in formato oblungo e con fogli a 14 pentagrammi, proviene dalla Tipografia Canfari di Torino, attiva tra il 1834 e il 1865. Hugues soggiornava a Torino alla fine degli anni Cinquanta ed era in piena attività concertistica con il fratello Felice: è quindi ragionevole supporre che la sua produzione per due flauti e pianoforte, concerto compreso, sia in gran parte risalente a quel periodo. Per quanto riguarda le indicazioni dinamiche e le articolazioni, sono presenti solo nel primo movimento, mentre nel secondo e nel terzo sono praticamente assenti nelle due parti dei flauti mentre la parte del pianoforte le riporta.
Il brano è strutturato in tre movimenti: il primo, Allegro, in sol maggiore (177 battute), in tempo di 4/4, termina in dominante collegandosi al secondo, Andante religioso, in si bemolle maggiore, (137 battute) in tempo di 3/8; il terzo, Allegro, (281 battute) ha la tonalità d’impianto nuovamente in sol maggiore ed è in 2/4. Sul manoscritto, i tre movimenti si susseguono senza soluzione di continuità.
Nella partitura, Hugues inserisce alcune lettere di riferimento e unicamente nel primo movimento (la lettera A è assente, è stata aggiunta dall’editore in fase di trascrizione e fa riferimento all’entrata dei due flauti).
In questa edizione sono riportate solo le indicazioni segnate da Hugues. In questo modo l’esecutore è posto di fronte al testo così come lo ha lasciato il compositore e può decidere autonomamente come completare il lavoro seguendo il proprio gusto personale.
Il concerto si apre con ventuno battute di introduzione del pianoforte solo; l’inizio, vigoroso, è costituito da una serie di tre accordi con ritmo puntato in sonorità di fortissimo e seguiti da un arpeggio discendente: il primo accordo in sol maggiore precede un inaspettato accordo di settima diminuita che risolve nuovamente sulla tonica, creando un passaggio armonico che si ripresenta frequentemente in tutto il primo movimento. I due solisti entrano in scena, senza il pianoforte, in ottava con una minima, e arpeggio ascendente di sol maggiore; la dinamica non è precisata, si può supporre il mantenimento del colore lasciato dal pianoforte, che intercala con pochi accordi a sospensione dell’andamento che riprende con decisione da battuta 30 grazie ai ribattuti, mentre i flauti alternano un dialogo melodico. A battuta 41 il primo momento virtuosistico: le semicrome dei flauti sono sostenute da una linea discendente per gradi congiunti del pianoforte che portano alla tonalità di mi minore.
Dalla battuta 57 le ottave accennate nel fortissimo del pianoforte solo conducono al secondo tema proposto dal secondo flauto in terza ottava con una linea melodica che si apre con un intervallo ascendente di quinta diminuita e che va a contrastare il ritmo secco dell’accompagnamento; l’intervento viene poi ripreso dal primo flauto da battuta 63. L’atmosfera di tensione risolve a battuta 65 in sol maggiore con una nuova variante melodica del primo flauto (da battuta 65) arricchita dalle agili quartine del secondo che ricalcano le note dell’armonia, sopra agli arpeggi di crome del pianoforte.
Una progressione (battute 70-71) riporta solo momentaneamente al sol maggiore dove, ancora una volta la risoluzione della cadenza sull’accordo di settima diminuita introduce un nuovo periodo: la melodia al primo flauto, quartine di commento al secondo sopra gli accordi puntati al pianoforte che scivolano verso un nuovo tema in si bemolle maggiore presentato dal secondo flauto da battuta 87.
Un gioco di incastri tra i due flauti disorienta l’ascolto con effetto stereofonico, espediente simile a quello del terzo movimento .
Ritorna protagonista il secondo flauto esponendo, con espressione, un terzo tema in si bemolle maggiore, con melodia ascendente, ricordo dell’esposizione iniziale, poi ripreso all’ottava dai due flauti poco dopo da battuta 95; in seguito, il secondo flauto abbandona la sua funzione di rinforzo, da battuta 103, per colorire di semicrome, in alternanza con la mano destra del pianoforte, il cantabile del primo flauto.
A battuta 111 ritornano i flauti questa volta all’unisono rafforzati in ottava dalla mano destra del pianoforte.
Il procedere terzinato dei flauti, imperativo nei brani di stampo virtuosistico, si estende fino al ribattuto del solo pianoforte sulla dominante (battuta 134) che introduce alla ripresa del secondo tema ma alzato di una terza minore (da battuta 136); la struttura si ripete identica ma l’esposizione del tema, questa volta, è affidata al primo flauto, ne consegue lo scambio di ruolo tra le due parti soliste.
L’episodio continua ricalcando ciò che era avvenuto in precedenza nelle battute 59-86 e, a battuta 163, termina l’intervento dei flauti; il pianoforte prosegue per altre quattordici battute modulando in sol minore, eseguendo ribattuti di crome nel fortissimo e fermandosi, infine, sulla dominante (re in ottava) che introduce al secondo movimento.
Il lungo dialogo di quindici battute in si bemolle maggiore dei flauti soli con sonorità non precisata (si può immaginare, vista l’indicazione Andante religioso, una dinamica mezzopiano) subisce un asciutto arresto nella cadenza (battuta 16) grazie all’improvviso e fortissimo accordo di si bemolle da parte del pianoforte.
Da battuta 17 viene proposto, per sei battute, un nuovo tema in dominante, in cui i flauti si muovono, sempre non accompagnati, raccordando alla ripresa del tema iniziale, identica per le sette battute successive fino alla seconda cadenza coronata che risolve in si bemolle; dopo ventinove battute i ribattuti di sedicesimi del pianoforte in pianissimo sorreggono la nuova melodia, elegantemente presentata dal primo flauto con un salto d’ottava verso il registro acuto.
In questo periodo, il secondo flauto si inserisce dapprima con qualche nota d’armonia e, da battuta 48 a 51, arricchisce la tessitura con arpeggi ascendenti e discendenti di biscrome.
A battuta 52 termina l’intervento dei flauti e il pianoforte solo collega al terzo tema in dominante, un poco più mosso di battuta 60, dove si ravvisa nuovamente uno scambio di ruoli: il secondo flauto supporta il tema mentre il primo intercala fiorendo con arpeggi ascendenti e discendenti.
Un do ribattuto alla terza ottava del primo flauto solo congiunge alla parte successiva, la nuova frase, corredata di un gruppetto, abbellimento presente già nell’incipit, è assegnata al primo flauto per quattro battute e poi replicata dal secondo, mentre il pianoforte aumenta l’enfasi dell’andamento con le biscrome ribattute all’accompagnamento.
Da battuta 84 si riprende il tema di battuta 60, questa volta con la tecnica della “melodia spezzata” tra i due flauti.
Un raccordo di otto battute di crome staccate con acciaccatura, intervallate da salti di ottava del pianoforte, seguito da due lunghi trilli sul fa, affidati prima al flauto secondo nel registro grave e poi al primo in quello medio, conduce al momento virtuosistico: i due flauti ondeggiano su veloci scalette e arpeggi di biscrome a corredo della linea melodica della mano destra del pianoforte che ricalca il tema iniziale del primo flauto questa volta scevro degli abbellimenti.
Dopo una breve fermata sull’accordo coronato di dominante (battuta 121), si va verso la conclusione delle ultime sedici battute, dove viene ripreso il tema di battuta 30 questa volta dal secondo flauto per quattro battute; il primo flauto lo ripropone nell’ottava grave con l’accompagnamento del pianoforte in semibiscrome (da battuta 122 per dieci battute). La breve cadenza dei flauti soli (quint’ultima e quart’ultima battuta) chiude il movimento con l’intervallo di sesta che si muove per moto contrario agli arpeggi discendenti del basso del pianoforte nel diminuendo finale.
Nell’armatura di chiave del terzo movimento troviamo il fa diesis, il che induce a pensare alla tonalità di sol maggiore o mi minore: Hugues disorienta proponendo un inizio, in realtà, in sol minore rapidamente modulato, tramite l’accordo di settima di diminuita che si potrebbe interpretare come dominante secondaria, a re minore; la stessa tipologia di passaggio trasporta, successivamente, la melodia in la minore.
Energico è l’esordio del pianoforte in sonorità di fortissimo nella tessitura grave, corredato di accenti sugli accordi che si raccordano alle acute semicrome dei flauti a distanza di intervalli di terza, legate a due, con salti ascendenti di terza; l’alternanza tra i flauti e il pianoforte prosegue fino a battuta 8. Da battuta 9 viene presentata dal primo flauto la cellula ritmica poi sviluppata virtuosisticamente dalla battuta 23 alla 44, composta da quartine di semicrome e coppie di ottavi nello staccato intercalate da accordi del pianoforte.
L’ultimo movimento, per tradizione, è quello che dedica maggior energia all’effetto virtuosistico e al gran finale: la ricca presenza di rapide quartine di sedicesimi staccati dei flauti, finalizzati a mettere in mostra le abilità tecniche dei musicisti e a suscitare ammirazione da parte degli ascoltatori, ricopre una grande percentuale del movimento, in cui si rileva la presenza di un unico tema melodico: i flautisti possono sostenere alte velocità d’esecuzione grazie alla tecnica dello staccato doppio, di cui Hugues era sicuramente a conoscenza. La sola linea cantabile e riproposta in tutto il terzo movimento più volte, inizialmente si bemolle maggiore (secondo flauto), sostenuta da 16 battute dell’accompagnamento con accordi di crome dal pianoforte; in seguito eseguita in ottava dai flauti in Sol maggiore (da battuta 63).
Dalla battuta 114 a 120 viene proposto un episodio che ricorda un momento del secondo tempo dove al posto delle acciaccature vengono scritti sedicesimi legati a due.
Da battuta 125 viene ripreso uno schema simile a quello iniziale ma un tono sotto, i flauti eseguono la stessa linea mentre il pianoforte modifica il suo intervento solo nelle battute 125-131; la ripresa da battuta 132 a 186 è identica e sempre a distanza di un tono mentre da battuta 187 a 218 la tonalità torna come nell’esposizione.
Da battuta 219 i flauti sono proiettati verso il gran finale, con le consuete quartine a distanza di terza, sostenuti dal pianoforte con accordi staccati di crome; d’effetto sono gli arpeggi per moto contrario dei flauti da battuta 231 a battuta 242.
Nelle battute 255-262 si notano gli incastri dei due flauti
Da battuta 265 si ripropongono i periodi di battuta 9 ma abbassati di un tono; il brano termina con una coda finale nelle ultime sette battute con quartine dei flauti e accordi corposi del pianoforte che confermano il sol maggiore.
La limpidezza stilistica, peculiarità qualificante anche negli scritti geografici, la predilezione per la cantabilità, l’attenzione per la simmetria e l’equa alternanza di fraseggio tra i due flauti, i dialoghi tematici, l’inclinazione al virtuosismo e al finale d’effetto, caratterizzano il brano di una spiccata vivacità interiore, di un dinamismo incessante che ne favorisce la tensione musicale.
Daniela Priarone