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Lucia Contini Anselmi, sei studi da concerto

per pianoforte

Lucia Anselmi (a volte citata Anselmino) fu una compositrice e pianista che, nata a Vercelli nel 1867, studiò inizialmente con Felice Geremia Piazzano per trasferirsi in seguito a Roma dove studiò pianoforte all’Accademia di Santa Cecilia con Giovanni Sgambati e composizione con Alessandro Parisotti. Promettente concertista, si esibì con successo sia in Italia che all’estero e, dopo aver vissuto a Vercelli e a Torino, si trasferì in seguito a Milano. Qui, sposatasi con l’avvocato Contini, continuò la sua carriera esibendosi al pianoforte. Fu autrice di diverse composizioni strumentali, come la fiaba lirica in tre atti La sponda magica, il balletto Driadi e Satiri e musica da camera e per grande orchestra. Scrisse inoltre testi sull’insegnamento del pianoforte e l’interpretazione della musica e trattati didattici di tecnica musicale come ad esempio “Della tecnica per l’esecuzione della musica sul pianoforte e sua interpretazione
Morì nel 1936.
I “Sei studi da concerto” furono pubblicati a Milano dalla casa editrice Carisch nel 1922.
L’opera è composta da sei pezzi di varia difficoltà, dedicati ognuno ad una diversa musicista.

Revisione critica di Elena Ballario:

Di Lucia Contini Anselmi, apprezzata concertista, compositrice e insegnante di pianoforte vercellese, posso affermare che l’aspetto della produzione pianistica rivela un’idea musicale ben precisa sostenuta dalla conoscenza dell’espressione tecnica che mette in pratica.
I 6 Studi da concerto op.29 dedicati ad altrettante “colleghe” si manifestano come vere e proprie composizioni di bell’effetto pianistico, corrette nella forma misurata e ben proporzionata, ma libere nella scrittura strumentale, talvolta complessa, mai sovraccarica, anzi essenziale, senza effetti ornamentali. Talvolta ricordano Chopin e Schumann soprattutto nei contrasti ritmici molto efficaci e negli slanci passionali, o anche Scarlatti negli incroci tra le due mani. L’uso dell’armonia è teso al futuro.

Queste composizioni si presentano con difficoltà tecniche caratterizzanti (ribattute, terze, seste, combinazioni ritmiche varie) in cui lo strumento diventa un accessorio al servizio dell’idea che per essere affrontata e realizzata necessita però di “tecnica giusta, senza la quale si è destinati a naufragare” come afferma la stessa Contini Anselmi in un articolo su La riforma musicale del’11 gennaio 1914 a cui segue una descrizione della sua precisa impostazione pianistica e dei dettagli utili ad affrontare seriamente lo studio conquistando dapprima “la perfezione meccanica alla quale subentra lo studio dell’interpretazione” e specificandoli in modo accurato sul breve opuscolo Della tecnica per l’esecuzione della musica sul pianoforte e sua interpretazione pubblicato in occasione del Congresso Musicale Didattico (Milano 1908).

La pubblicazione dei 6 Studi op.29 dei quali ho curato la revisione, arricchisce il repertorio pianistico e svela una delle migliori compositrici italiane oltre che piemontese, di inizio secolo scorso, di cui invito e auspico un interesse da parte della folta platea di pianisti.

Elena Ballario

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