Versione dell’Autore per flauto e quartetto d’archi
La produzione di Luigi Hugues per flauto e pianoforte costituisce la parte più rilevante delle opere che diede alle stampe durante la sua vita: 86 composizioni sulle 145 pubblicate all’epoca con numero d’opera. All’epoca la musica per strumento e pianoforte era in gran parte dedicata ai brani derivati dai temi delle opere più famose ma Hugues costituisce una decisa eccezione visto che le sue composizioni originali sono più della metà e il loro numero, inizialmente esiguo, risulta crescente nel corso della carriera. Hugues abbandonò il mondo operistico dopo aver scritto la “Fantasia sull’opera La Gioconda” op. 110 che è del 1884.
E’ quindi particolarmente interessante il suo Scherzo fantastico I Folletti op. 17 che è uno dei primi brani originali e attesta anche la sua adesione alla musica romantica che lo vedrà impegnato spesso nel seguito della sua attività creatrice.
Il modello che ha ispirato il brano è ovviamente La Ronde des Lutins op. 25 di Antonio Bazzini (1818-1897), che l’autore presentò al pubblico italiano nel tour di concerti del 1847 e fu pubblicato nel 1852 da Ricordi (n. di edizione 24635) e dall’editore tedesco Schott di Mainz (n. di edizione 12192). Nel 1858 Tito Ricordi ne pubblicò la trascrizione per flauto e pianoforte a cura di Gabriel Kover de Rethat (n. di edizione 30626, inserito nei Libroni di Casa Ricordi il 14 luglio) e il brano iniziò così a girare anche tra i flautisti.
Il brano di Hugues è un Allegro vivo in si minore (303 battute) mentre quello di Bazzini un Quasi Presto in mi minore ma entrambi sono in 2/4 e cominciano con delle semiminime ribattute sulla dominante della tonalità d’impianto e hanno numerosi punti di contatto. Non sappiamo quando Hugues lo abbia scritto effettivamente ma il 22 marzo 1864 l’editore Francesco Lucca (1802-1872) lo inserì nei suoi Libroni segnando che aveva affidato all’incisore Piola il compito di preparare le 22 lastre necessarie per la stampa: il frontespizio, 7 pagine della parte staccata e 14 della partitura completa (n. di edizione 14640). Il brano è dedicato “Al carissimo Amico / DOTTORE ENRICO CALDARA” che però non sono riuscito ad individuare. Se era una flautista dilettante il suo livello doveva essere particolarmente alto perché il pezzo è uno dei più impegnativi fra quelli scritti da Hugues soprattutto se pensato sul flauto vecchio sistema usato all’epoca.
Hugues aveva avviato la sua collaborazione con l’editore Lucca nel giugno del 1862 con la “Grande Fantasia di Concerto sull’Opera Un Ballo in maschera” Op. 5 per 2 flauti e pianoforte (n. di edizione 13469) e la concluse solo nel 1886 con i 3 Duetti Op. 109 (n. di edizione 39633-39635) per un totale di 74 composizioni documentate. I Folletti hanno il numero d’opera 17 e sono l’undicesimo spartito pubblicato da Lucca che morì nel 1872 lasciando la vedova Giovannina Strazza (1814-1894) a continuare l’attività fino al 1888 quando cedette l’intero catalogo al rivale Ricordi. Giulio Ricordi pubblicò immediatamente tutti gli spartiti di Lucca e I Folletti hanno il n. di edizione 84149. Infine nel 2000 l’editore L’Oca del Cairo di Parma lo ha ripubblicato a cura di Giacomo Scaramuzza (ODC 108).
L’acquisizione da parte di Bruno Raiteri dell’Archivio musicali di Luigi Hugues ha portato alla luce dei manoscritti che danno una nuova luce al brano. Innanzitutto abbiamo due copie molto fedeli della parte staccata e della partitura di Lucca con addirittura la stessa impaginazione riga per riga e la riproduzione del frontespizio con tanto di disegni dei tre folletti. Il foglio con il frontespizio riporta in basso la dicitura “Torino – Ditta Bellardi e Borla, Via Garibaldi, 39.” che attesta la provenienza della carta e permette di datarla sicuramente dopo il 1892 quando Bellardi si mise in società con Borla per continuare l’attività tipografica e di vendita di carta che aveva avviato nel 1865 nella sede di via Dora Grossa, ribattezzata Via Garibaldi nel 1882. Nell’archivio non sono conservate copie dell’edizione a stampa ed è chiaro che Hugues desiderasse averne almeno una copia manoscritta fatta a distanza di anni dalla composizione.
Abbiamo poi una versione per flauto, 2 violini, viola e violoncello della quale sono presenti la partitura dei soli strumenti ad arco (scritta su 9 pagine di formato oblungo da 15 pentagrammi) e le quattro parti staccate (scritte su fascicoli di quattro pagine di formato oblungo da 10 pentagrammi) che riportano tutte nella prima pagina solo l’intestazione: “I Folletti / Scherzo Fantastico per Flauto / con accomp.to / di due Violini, Viola, e Violoncello / composto / da / Luigi Hugues” e in alto a destra l’indicazione dello strumento.
La partitura e le parti sono chiaramente una bella copia scritta da Hugues e le carte delle parti della viola e del violoncello riportano in basso la dicitura “Torino, Tip. Canfari.” che però è di scarsa utilità perché la suddetta tipografia fu attiva già prima che nascesse Hugues e continuò la sua attività anche dopo la pubblicazione della versione con accompagnamento di pianoforte.
Il problema fondamentale è quello di capire se Hugues abbia scritto prima la versione con archi (visto che non dice com’era abitudine all’epoca che era una riduzione) e poi abbia ripiegato su quella per pianoforte più facilmente pubblicabile. A parte l’indicazione agogica “Allegro” le parti degli strumenti ad arco sono chiaramente modellate su quella pianistica ma con l’aggiunta dei pizzicati e di alcuni passaggi in più per arricchire il contesto melodico piuttosto limitato nella parte pianistica. Del resto Hugues scriveva sempre in modo molto semplice le parti dei pezzi indicati “con accompagnamento di pianoforte”, seguendo il tipico stile tipico delle riduzioni pianistiche. Se teniamo poi conto che non c’è la parte staccata del flauto che non compare nemmeno nella partitura possiamo ipotizzare che Hugues abbia scritto prima la versione con pianoforte e poi quella con gli archi per uso personale in qualche accademia casalese che però non sono riuscito ad individuare.
In ogni caso va sottolineata la possibilità di avere uno dei brani più belli scritti da Hugues nella sua versione con accompagnamento di quartetto d’archi e questo offre un’opportunità esecutiva molto rara per le musiche dell’epoca.
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