per Clavicembalo
(1780)
In collaborazione con l’Istituto per i Beni Musicali in Piemonte – Collana Monferrato Musicale nel Settecento
Con questa pubblicazione, le nostre edizioni inaugurano la collana dedicata alla riscoperta dei tesori musicali del Settecento Monferrino.
Compositore finora pochissimo conosciuto, Michele Alberto Ottone fu in vita una figura molto importante per la vita musicale della Casale Monferrato delSettecento. Egli fu infatti maestro di cappella presso la Cattedrale di Sant’Evasio per quasi mezzo secolo, dal 1750 fino all’anno della sua morte, avvenuta il 29 novembre 1796, all’età di 74 anni. Nativo di Borgosesia e allievo di Michele Angelo Calderara, altro compositore di origine borgosesiana e attivo come maestro di cappella a Sant’Evasio, Ottone si distinse come autore di una ricca produzione sacra, molto spesso concertata per orchestra e solisti vocali e strumentali tuttora conservata presso l’Archivio Capitolare della Cattedrale, con tratti di spiccata originalità rispetto alla musica sacra norditaliana dell’epoca, ma si dimostrò anche attivo come collaudatore di organi, maestro al cembalo e concertatore di melodrammi nel teatro cittadino, insegnante per alcuni giovani delle famiglie notabili, con un rapporto particolare con la famiglia dei conti Sannazzaro, anche attraverso la composizione di pagine per tastiera, tra cui l’opera che qui si pubblica.
La musica dell’Assortimento di piccioli Capriccj, / o sia esercizj di mano / d’Intavolatura per il Cembalo / a facilitamento d’uso pe’ Dilettanti di tale studio – questo è infatti il titolo completo – è stata tramandata a quanto risulta dall’unico testimone di cui in questa sede si pubblica l’edizione moderna.
L’Assortimento di piccioli Capriccj fa parte di un’ampia collezione di manoscritti musicali che costituiscono il Fondo “Sergio Martinotti”, conservato presso la Biblioteca dell’Istituto Musicale “Carlo Evasio Soliva” di Casale Monferrato, al numero di collocazione 118.
Il manoscritto consta di 8 carte e misura 235 x 295 millimetri. Non si ha la certezza assoluta sull’identità della persona che ha vergato il manoscritto, ma con grande probabilità si tratta della mano autografa del compositore stesso.