per flauto con accompagnamento di pianoforte
Una delle caratteristiche più significative della produzione per flauto e pianoforte di Luigi Hugues è il fatto che le fantasie operistiche, cavallo di battaglia dei flautisti compositori, siano in netta minoranza rispetto alle composizioni originali. Delle 86 composizioni per flauto e pianoforte pubblicate all’epoca oggi conosciute ben 48 sono originali e quasi tutte costituite da pezzi romantici singoli. I manoscritti ritrovati nell’archivio personale del compositore da Bruno Raiteri confermano questa tesi e offrono ai flautisti nuovi materiali da studiare ed eseguire in pubblico.
La Barcarola in re minore, ad oggi inedita, è affiancata da altre quattro composizioni analoghe già pubblicate dall’autore: La Canzone del Marinaro. Barcarola originale in la minore op. 18 (Francesco Lucca, Milano, n. edizione 14442, 1863), la Barcarola in mi maggiore op. 59 (Francesco Lucca, Milano, n. edizione 24490, 1876), la Barcarola in fa maggiore op. 106 (Edoardo De Vasini, Casale Monferrato, n. edizione 572, ca. 1884) e la Barcarola in la maggiore (Luigi Perosino, Torino, n. edizione 1469, ca. 1900).
Da notare che è il terzo tipo di brano strumentale per frequenza di utilizzo all’interno del corpus di Hugues dopo i sette Notturni (op. 53, 60, 63, 66, 68, 94 e 113) e le cinque Sonate (Romantica op. 57, op. 95, Fantastica op. 100, 119 e 121).
Del resto la Barcarola, le cui origini affondano nella canzoni da battello veneziane, era uno dei generi più popolari nell’Ottocento e l’esempio più celebre è quella inserita da Jacques Offenbach (1819-1880) nel terzo atto dell’opera Les contes d’Hoffmann, intitolata “Belle nuit, ô nuit d’amour”. L’opera andò in scena dopo la morte del compositore all’Opéra-Comique di Parigi il 10 febbraio 1881 e quindi dopo che Hugues aveva già scritto le sue prime due Barcarole. Fra i vari brani che possono aver fornito un modello ad Hugues possiamo segnalare la Barcarola in fa diesis minore op. 60 di Chopin, quelle scritte da Felix Mendelssohn all’interno delle raccolte di Romanze senza parole e poi quelle operistiche di Rossini, Donizetti e Verdi.
La Barcarola in re minore, trovata da Bruno Raiteri all’interno dell’Archivio musicale di Hugues, potrebbe essere la prima della serie e precedere le altre quattro pubblicate a partire dal 1863. E’ conservato un solo manoscritto di questo brano formato da 8 carte di formato verticale (240 x 320 mm.) da 15 pentagrammi della Tipografia Canfari di Torino che fu attiva dal 1834 al 1865 in via Doragrossa 30. Nel 1865 i fratelli Canfari morirono entrambi nel giro di pochi mesi e il 20 agosto l’attività fu rilevata da Bellardi e Appiotti che fornirono per anni anche loro la carta da musica al giovane Hugues. Possiamo quindi supporre che Hugues abbia scritto il pezzo prima del 1865 ma non si può escludere con certezza che anche dopo tale data avesse ancora dei fogli della Tipografia Canfari e li utilizzasse.
Il manoscritto è contenuto in una cartellina di cartone azzurro con l’etichetta che riporta le seguenti indicazioni: “[in alto a sinistra] Partititon [in alto a destra] N=° 4 / Barcarole en re mineur / pour la Flute avec accomp=t de piano / composée par / Louis Hugues”. Da notare l’errore nella scrittura del brano visto che in francese si scrive Barcarolle con due elle. L’indicazione “N=° 4” fa pensare che sia il quarto pezzo scritto da Hugues o il quarto per flauto e pianoforte. Non stupisce il titolo in francese, un fatto che troviamo spesso nelle composizioni giovanili di Hugues che forse giocava per motivi commerciali sul suo cognome transalpino per far pensare di essere un esponente della scuola francese che all’epoca dominava la produzione flautistica con protagonisti Tulou e Berbiguier.
Infine, nella recensione del Notturno op. 53 il periodico “Il Monferrato” (4 novembre 1871) sottolinea che “L’Hugues tiene molte composizioni inedite” questo ci fa pensare che nei suoi anni giovanili il compositore abbia scritto molti brani anche senza la certezza di pubblicarli. Il manoscritto della Barcarola in re minore è una bella copia ma non è pronto per la stampa perché mancano completamente le indicazioni dinamiche e vi sono solo alcune legature. Si può quindi supporre che Hugues non abbia mai provato a darlo alle stampe.
Ricapitolando si può supporre che la Barcarola in re minore sia stata scritta prima del 1865 e visto che all’epoca Hugues era arrivato all’op. 27 ed aveva dato alle stampe solo la prima (la Canzone del marinaro op. 18) questa sia o la seconda o addirittura la prima scritta in assoluto.
Se esaminiamo la scrittura musicale del pezzo, un Allegretto moderato in re minore (6/8, 178 misure), vediamo che la parte del flauto è piuttosto semplice perfettamente in linea con le caratteristiche delle prime composizioni di Hugues nelle quali non è mai presente un virtuosismo eccessivo fine a se stesso e, soprattutto nei pezzi cantabili, troviamo solo un’ornamentazione elegante della melodia originale.
Il brano ha la tipica struttura tripartita A B A’. Dopo una tipica introduzione pianistica di 16 battute il flauto espone la melodia di base in re minore molto espressiva e cullante come richiesto dal carattere del pezzo (mm. 17-34). La sezione centrale (mm. 35-121) è la più sviluppata ed è basata su due idee melodiche molto belle entrambe in si bemolle maggiore ma con molti passaggi a carattere modulante che le danno una grande varietà. Alla m. 122 abbiamo la ripresa della melodia iniziale affidata però al pianoforte mentre il flauto fa un controcanto ornamentato tutto per semicrome fino alla fine del brano (m. 178).
Nel complesso si tratta di un brano semplice ma molto suggestivo e non si capisce il motivo per il quale Hugues non lo abbia mai pubblicato e la presente edizione colma questa mancanza offrendo agli esecutori di livello medio un pezzo nel quale mostrare tutta la loro cantabilità.
Ugo Piovano