Nella produzione per flauto dell’Ottocento i duetti occupano una parte rilevante nel repertorio della Hausmusik. Più che per finalità concertistiche, i duetti venivano scritti o in funzione didattica o per offrire, ai numerosi dilettanti dell’epoca, nuove composizioni destinate alle esecuzioni domestiche, spesso attingendo, come materiale musicale, ai temi di successo dei brani operistici più famosi del momento.
Per quanto riguarda l’aspetto didattico, Luigi Hugues scrisse nel 1870 La scuola del Flauto divisa in quattro gradi ed esposta in Duettini originali e progressivi op. 51 che entrò rapidamente nei programmi di studio di tutti i Conservatori italiani. Per quanto riguarda la parte esecutiva, Hugues compose una serie di duetti originali che non si rifacevano però alle trascrizioni operistiche, un’operazione che riservò solamente a brani che prevedevano l’accompagnamento pianistico. Nel 1886 fece pubblicare dalla vedova dell’editore Francesco Lucca i Tre Duetti per due Flauti op. 109 (n. di edizione 39633-39635) e fino al 2021 questi erano gli unici di cui si era a conoscenza.
Con il ritrovamento dell’archivio musicale di Hugues, Bruno Raiteri ha portato alla luce altri duetti rimasti manoscritti dimostrando che in quegli anni il compositore aveva intenzione di scriverne un’intera raccolta anche se solo i primi tre furono effettivamente pubblicati. Oltre alle belle copie dei tre duetti editi, nel Fondo Hugues troviamo cinque duetti completi (il n. 4 in mi minore, il n. 5 in sol maggiore, il n. 6 in do maggiore, il n. 7 in fa maggiore e il n. 8 in la minore), due duetti presumibilmente incompleti perché formati da due soli movimenti (il n. 9 in sol maggiore e un duetto senza numerazione in la maggiore) e quattro frammenti.
Vista l’importanza di questi brani nella produzione di Hugues e nel panorama flautistico dell’epoca abbiamo deciso di pubblicarli per offrire ai flautisti e soprattutto ai giovani studenti dei Licei Musicali e dei Conservatori italiani un materiale di evidente valore didattico. Si è però posto un problema editoriale legato alla natura dei manoscritti conservati che non sono la stesura definitiva, completa di tutte le indicazioni agogiche, dinamiche e delle articolazioni che troviamo nei 3 duetti pubblicati. Siamo in presenza di manoscritti che riportano integralmente solo le note e, solo in parte, le indicazioni agogiche, dinamiche ed espressive. Risulta evidente che in caso di pubblicazione Hugues avrebbe completato il lavoro. Abbiamo quindi deciso di stampare la partitura con le sole indicazioni originali di Hugues e segnare la nostra proposta di completamento nelle parti staccate. In questo modo offriamo ai giovani esecutori le parti staccate pronte per l’uso lasciando poi la possibilità di aggiungere sulla partitura le indicazioni mancanti in modo personale.
Con la presente edizione viene quindi presentato per la prima volta il Duetto n. 4 in mi minore di cui sono conservati nel Fondo Hugues quattro manoscritti autografi: una partitura completa, due copie di differenti delle parti staccate dei due strumenti e un abbozzo incompleto della partitura del terzo movimento. Tutti utilizzano la carta prodotta a Torino dalla “Tipografia Bellardi e Appiotti, via Garibaldi 32”. Francesco Bellardi e Carlo Appiotti avevano iniziato la loro attività tipografica ed editoriale il 20 agosto 1865 dopo aver acquistato la tipografia dei fratelli Canfari con sede in via Dora Grossa 32. Nel 1882 la via venne intitolata a Giuseppe Garibaldi (1807-1882). La carta utilizzata da Hugues fu quindi prodotta dopo quella data ed abbiamo la conferma che i duetti manoscritti furono scritti insieme ai tre pubblicati e non risalgono ad un periodo precedente.
La partitura completa è formata da 11 carte da 10 pentagrammi di formato oblungo (245 x 320 mm.). Nella carta 1r abbiamo solo l’intestazione “Duetto I° (in Mi minore)”. Nelle carte 1v-4v c’è il primo movimento: 3/4, Allegro deciso, sol maggiore (273 misure). Segue nelle carte 5r-6v il secondo movimento: 2/4, Allegretto moderato, re maggiore (183 misure). Infine nelle carte 7r-11r troviamo il terzo movimento, senza indicazione agogica: 6/8, mi minore (246 misure). L’indicazione agogica non compare in nessuno degli autografi ma nelle parti staccate del secondo flauto troviamo alla m. 113 l’indicazione “Poco meno mosso”. Da notare che il terzo movimento si interrompe alla fine della c. 7v e viene riscritto a partire dalla c. 8r ma con una serie di cancellature: 4 misure e 1 misura alla c. 9v, 21 misure alla c. 10r e 1 misura e 2 misure alla c. 10. Vi sono differenze fra la partitura e le parti staccate alle misure 93, 95, 97, 112, 149, 151, 152, 228 del primo flauto e si è scelto di pubblicare quella delle parti staccate che rappresentano sicuramente una stesura successiva e definitiva. Abbiamo altre varianti anche alle misure 15-20, 137-138 e 228 del secondo flauto.
Abbiamo due copie delle parti staccate del Flauto 1.o e del Flauto 2.o, una delle quali completa di legature e dinamiche. Entrambe sono formate da 6 carte da 12 pentagrammi (320 x 245 mm.). Nella c. 1r è riportato il titolo a matita: N.o 4 a sinistra e Flauto 1.o (o Flauto 2.o) a destra.
Infine abbiamo un abbozzo incompleto della partitura del terzo movimento scritta su due carte da 10 pentagrammi di formato oblungo (245 x 320 mm.)
Per la presente edizione sono state utilizzate le versioni in parti staccate perché più ricche di segni dinamici e di articolazioni e che riportano alcune differenze rispetto alla partitura che ci fanno supporre che rappresentino la versione definitiva. Sono state aggiunte, per coerenza, legature tratteggiate quando comparivano solo in una parte e nell’altra il fraseggio era simile.
Notiamo che nella partitura completa il duetto è indicato come “Duetto I°” ma nelle parti staccate questa indicazione non è più presente e anzi nella prima carta è riportato a matita il n. 4. E’ quindi probabile che questo sia stato il primo duetto scritto da Hugues ma che poi abbia preferito gli altri tre per la pubblicazione e quindi lo abbia rinumerato in seguito.
Così come i Tre duetti op. 109 già pubblicati, il Duetto n. 4 in mi minore è di ampie dimensioni, scritto molto bene per il flauto a 9 chiavi usato all’epoca, e rappresentata sicuramente un brano da concerto molto impegnativo pensato da Hugues per le esibizioni tenute a Casale Monferrato insieme al fratello Felice (1837-1893). La parte tematica è priva dei tipici richiami operistici presenti nella maggior parte della musica strumentale della seconda metà dell’Ottocento, ma è piuttosto chiara l’evidente ricerca di uno stile specificatamente flautistico che valorizza le possibilità dei due strumenti in un continuo dialogo contrappuntistico molto equilibrato.
Flavio Cappello e Ugo Piovano