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Carlo Rossaro

(Crescentino 1827 – Torino 1878)

Carlo Rossaro nacque a Crescentino (Vercelli) il 20 novembre 1827. In seguito ai primi rudimentali studi musicali nel paese natale, si trasferì a Torino per dedicarsi completamente allo studio della musica, ma nel 1848 abbandonò l’arte per arruolarsi a sostegno della battaglia per l’indipendenza. Per fortuna l’intervento dello zio professore di Storia e di Geografia all’Accademia Militare lo riportò sui suoi passi e da quel momento Rossaro fu attratto dalla composizione nella speranza di un avvenire migliore. La sua attività si svolgeva tra l’insegnamento del pianoforte e la composizione, l’editore Ricordi di Milano rimase colpito dalle sue prime composizioni e acconsentì a pubblicare i primi lavori pianistici fino all’opera 52. 

In completa sintonia con l’indirizzo romantico che considera il pianoforte come lo strumento romantico per eccellenza, l’opera di Carlo Rossaro è dedicata quasi esclusivamente ad esso. Le sue opere vanno dagli anni 1848 al 1878 e non tutte possono essere ordinate cronologicamente perché le edizioni non sono datate e soprattutto molte di esse sono opere postume. Generalmente l’opera rossariana viene suddivisa in due maniere che riflettono stili e caratteristiche diverse che brevemente così si possono riassumere: il primo periodo compositivo riguarda i brani sacrificati alla moda del tempo come trascrizioni, fantasie, parafrasi, melodie varie, tra le quali spiccano lavori in ogni caso pregevoli, con i quali Rossaro comincia ad acquisire fama e popolarità nell’ambiente artistico torinese. Successivamente matura il proprio conscio e si ispira alla propria natura di poeta e di musicista allargando il quadro formale, impadronendosi dell’armonia che tenta arditezze fino ad allora mai pensate e raggiungendo l’apice nelle opere pubblicate postume. Si tratta in realtà di un graduale risveglio dell’artista al quale si deve il merito di aver restituito alla musica pianistica la dignità di cui in Italia nell’Ottocento spesso ne era stata privata perdendo il suo valore per il diletto dei salotti della borghesia dell’epoca e a favore dell’affermazione sempre più importante del melodramma. 

Richard Wagner fu la figura di cui Carlo Rossaro nutriva un’infinita ammirazione e devozione. I principali lavori del periodo florido centrale della produzione rossariana, scaturirono proprio dall’ammirazione per Wagner, del quale riuscì ad assistere all’esecuzione del Tannhäuser e dell’Anello del Nibelungo grazie ai viaggi che compì nel 1865 e nel 1876 in Germania. Questi due viaggi furono avvenimenti fondamentali nella sua vita artistica, tanto che da Rossaro partì il movimento wagneriano torinese. 

Tornato dall’ultimo viaggio in Germania, proprio quando il suo nome cominciò ad oltrepassare i confini torinesi, le sue musiche ad essere programmate nelle principali istituzioni concertistiche italiane ed egli pensava di coronare il suo sogno di comporre un’opera teatrale (Cassandra) scritta su libretto del figlio Sigismondo, una malattia fatale gli impedì di terminare il lavoro. La morte lo colse proprio nella maturità artistica e nel suo periodo più fecondo, quando per mezzo dell’affermazione nel mondo musicale avrebbe potuto avere una sicurezza economica che gli avrebbe permesso di dedicarsi esclusivamente alla composizione e meno all’insegnamento che infondeva con passione ma che considerava prevalentemente un mezzo per sostenersi. 

 Morì il 7 febbraio del 1878 e fu seppellito al Cimitero Monumentale di Torino. 

Le prime composizioni furono edite da Ricordi, dall’op. 55 furono invece edite prevalentemente dallo Stabilimento musicale F. Lucca di Milano considerato all’epoca il riferimento per gli avveniristi in contrapposizione con Ricordi, connessa invece alla storia del melodramma italiano fin dall’inizio dell’Ottocento. Rossaro passò dunque da conservatore a progressista. In Germania all’epoca fu pubblicato dalla casa editrice Seuff di Lipsia e Bote & Bock di Berlino. Fu un interprete al pianoforte di singolare bravura ma non intraprese la carriera concertistica per timore del pubblico. 

Attivo promotore dei Concerti Popolari a Torino oltre che compositore di una Sinfonia in Mi minore eseguita con molto successo il 1 dicembre 1872, Rossaro diventò un’istituzione per la vita musicale torinese. 

Nel 1853 si sposò a Crescentino con Teresa Fogliato dalla quale ebbe due figli, Sigismondo ed Erminia. 

Nel 1866 viene istituito a Torino il Liceo Musicale, nel 1936 trasformato nell’attuale Conservatorio Giuseppe Verdi e Rossaro con i più noti maestri locali di allora contribuì alla stesura e all’approvazione del regolamento interno. Ancora oggi nell’atrio del prestigioso Salone del Conservatorio di Torino c’è il busto di Carlo Rossaro.

Elena Ballario

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