Vai al contenuto

Felice Blangini

(Torino 1781 – Parigi 1841)

Nato a Torino il 18 novembre 1781: questo afferma Giuseppe Marco Felice Blangini – questo il nome completo – nel primo capitolo dei suoi Souvenirs. Il quale fu però musicista dalla carriera quasi completamente francese, al punto che nella maturità fu noto in Europa come Félix, anche se intrattenne con la sua città di origine un rapporto comunque significativo. 

Il primo capitolo delle sue memorie prosegue con il ricordo degli inizi all’età di nove anni come ragazzo del coro della Cattedrale di San Giovanni Battista, la cui cappella musicale era diretta da Bernardino Maria Ottani, e di come all’età di dodici anni avesse addirittura composto un Kyrie e un mottetto, eseguiti nella Chiesa della Trinità. Blangini fissò inoltre sulla carta le esperienze rimaste maggiormente impresse, come l’aver eseguito le arie di Nina, ossia la pazza per amore di Giovanni Paisiello, opera che allora furoreggiava a Torino come altrove, oltre ad aver assistito ad altre commedie musicali di compositori italiani andate in scena al Teatro Carignano, confessando che tale genere rimase sempre per lui un ineguagliabile modello di ideale musicale.
Intanto aveva appreso anche il violoncello e il fortepiano e – come si legge nel secondo capitolo dei Souvenirs – si stava accingendo a partire per perfezionarsi a Bologna quando l’armata capeggiata da Bonaparte invase il Piemonte. Intorno ai primi del 1797 quindi sua madre decise di espatriare in Francia con Felice e la sorella Teresa, anch’ella musicista in quanto allieva per il violino di Gaetano Pugnani, con l’idea di guadagnarsi da vivere grazie alle esibizioni concertistiche della prole.

Nei primissimi anni del nuovo secolo Blangini fece conoscere a Parigi la sua voce da tenore attraverso numerosi recital e divenendo un ricercato maestro di canto. Nello stesso tempo egli si affermò come compositore di opéras-comique, ma anche di duetti per voce e accompagnamento di pianoforte su testo amoroso, ora patetico ora idilliaco, in lingua italiana o francese, da Blangini stesso spesso denominati notturni.
Divenuto uno dei maggiori musicisti del momento, fu fatto chiamare da Paolina Bonaparte, già principessa Borghese, che si fece dare lezioni di canto e lo nominò “directeur” del suo corpo musicale: di quale corpo poi si trattasse è malizioso intendere, visto che non risulta che la sorella dell’empereur abbia mai avuto ufficialmente al proprio servizio un gruppo di musicisti.
Fu proprio in ragione della loro storia d’amore che si spiega una parte della sua produzione di duetti per voce maschile e voce femminile. Iniziato a Parigi, il flirt proseguì nel 1808 a Nizza e poi per brevissimo tempo anche a Torino, dove Paolina avrebbe dovuto ricongiungersi con il consorte Camillo Borghese, spedito da Napoleone nella città subalpina al fine di fondarvi una corte satellite.
Blangini tornò a Parigi in quanto si prospettava una chiamata alle armi, ma il destino doveva riservargli nel 1809 la nomina a maestro di cappella e direttore generale della musica a Kassel, la capitale del Regno di Vestfalia governato da Gerolamo, fratello di Napoleone.

A Kassel sarebbero stati a sua disposizione sia strumentisti sia cantanti e un compenso molto attraente: qui il suo catalogo si arricchì di musica sacra e di vari lavori scenici, tra cui la cantata Werther eseguita nel 1813, ispirata al romanzo di Goethe che già aveva fornito l’ispirazione per una pagina di Pugnani. Incaricato di potenziare la cappella di Kassel egli scese in Italia nel 1812 alla ricerca di cantanti e recandosi anche a Torino.
Tuttavia a seguito della campagna di Russia la corte di Kassel venne occupata: Blangini, dopo un soggiorno a Monaco di Baviera, ritornò a Parigi dove sotto Luigi XVIII, il sovrano Borbone restaurato, nel 1816 gli furono conferiti nuovamente gli incarichi presso le istituzioni reali di musica. Nel 1828 si recò per l’ultima volta a Torino, resa necessaria la sua presenza ad un processo giudiziario: l’Accademia Filarmonica da poco costituita in città gli tributò l’onore di un concerto in cui egli stesso eseguì le proprie musiche. 
Ma con i rivolgimenti del 1830 perse definitivamente gli incarichi. Gli ultimi anni della sua vita furono segnati inoltre da disavventure economiche e dalla presa di consapevolezza che il mondo artistico e musicale stava evolvendo in direzioni diverse da quelle della sua sensibilità: da quel mondo sarebbe stato pressoché dimenticato al momento della sua morte, avvenuta a Parigi il 18 dicembre 1841.

-10%

Iscriviti per ricevere un codice sconto

Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere un sconto esclusivo del 10% su tutto il carrello nel prossimo acquisto.

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.