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Luigi Hugues

(Casale Monferrato 1836 – 1913)

Tra le tante personalità interessanti da riscoprire e rivalutare del nostro secondo Ottocento musicale una meritevole di attenzione è senza alcun dubbio quella di Pietro Eugenio Luigi Hugues (Casale Monferrato, 27-10-1836 – ivi, 5-3-1913). 

Le odierne informazioni su Hugues non sono più superficiali come un tempo. Grazie ai dati provenienti dalla ricerca d’archivio scopriamo di trovarci dinanzi a una figura inaspettata: Hugues non fu solo flautista, organista e compositore egregio, ma anche importante geografo, professore universitario e il principale fautore dello studio della geografia nelle scuole italiane. Una vita che presenta analogie con quella del contemporaneo flautista-compositore-chimico Aleksandr Borodin (1833-1887).

Il geografo

Grande merito di Hugues nel campo della didattica fu l’averci lasciato un’opera completa per l’insegnamento della geografia grazie a testi specifici che vanno dalla scuola primaria fino ai trattati e agli studi dedicati alla fascia universitaria.

Laureatosi nel 1875 in Ingegneria presso l’Università di Torino, ottenne nello stesso anno la carica di Professore aggregato per la geografia nella medesima Università, che rifiutò per continuare a insegnare all’Istituto tecnico “Leardi” di Casale Monferrato.

Oltre novanta furono le pubblicazioni dedicate alla storia della geografia e delle scoperte, con particolare riguardo a Cristoforo Colombo e ad Amerigo Vespucci.

Nel 1897 accettò finalmente la nomina a Professore ordinario nell’Ateneo piemontese nel quale insegnò fino al pensionamento nel 1912.

Fu membro corrispondente della Società Geografica di Dresda e di quella di Monaco di Baviera e membro della Commissione di Studi Colombiani, oltre che consigliere comunale a Casale Monferrato per quarant’anni e membro di commissioni tecniche e culturali.

Il musicista

Come nota e documentata è stata la carriera scientifica di Luigi Hugues altrettanto obliata è stata la sua poliedrica attività musicale.

Sappiamo che iniziò giovanissimo lo studio del flauto, probabilmente a Casale negli anni dell’infanzia e successivamente a Torino durante gli studi universitari.

È certo anche che da giovane si esibì nelle principali capitali europee in tournée come pianista suonando in trio insieme al fratello Felice (1834-1893, flautista anch’egli) e all’amico Costantino Nigra (flautista per diletto e futuro statista), proponendo nei programmi proprie composizioni. La versione italiana del più famoso trio dei fratelli ucraini Franz e Karl Doppler.

Tempra di grande lavoratore, dal 1863 al 1883 ricoprì parallelamente la carica di Direttore della Civica Scuola di Musica (provvedendo in questa veste a predisporre l’orchestra del Teatro Municipale) nonché del Corpo di Musica della Guardia Nazionale di Casale Monferrato.

Sensibile alle metodologie dell’insegnamento scolastico per formazione e per vocazione, si dedicò all’elaborazione di opere didattiche per flauto – ancora oggi in uso – quali i 6 Grandi Studi Brillanti op. 50, i 40 Nuovi Studi op. 75, i 40 Esercizi op. 101 e, sopra tutte, La scuola del Flauto divisa in quattro gradi e articolata in duetti progressivi (che fu premiata con la medaglia d’argento all’Esposizione Musicale Internazionale di Milano del 1881) da poco riedita in edizione anastatica. Un tipo di metodo molto in voga dalla fine del Settecento che prevedeva una seconda voce riservata al maestro che fungeva da accompagnamento e da sostegno per l’allievo. 

Si cimentò con successo tanto nella musica profana quanto in quella sacra: compose Fantasie, Sonate, Concerti, Capricci, Scherzi, Studi e altri pezzi originali per uno o due flauti e pianoforte; Quartetti e Quintetti per complessi a fiato; Romanze, Inni, Cantate e altra musica per canto, coro, orchestra, organo, pianoforte; Messe, Mottetti e musica sacra di ogni genere.

Con il loro stile romantico raffinato, sempre elegante, e la generosa vena melodica italiana mai scontata, le composizioni di Hugues rappresentano appieno il loro tempo, non meno delle migliori opere dei coevi italiani Giulio Briccialdi, Cesare Ciardi, Raffaello Galli, Ernesto Köhler, Emanuele Krakamp o Giuseppe Rabboni. 

Il Regio Istituto Musicale “Cherubini” di Firenze (oggi omonimo Conservatorio di Musica) lo iscrisse quale Accademico onorario nel 1866. Il Re lo insignì dell’alta onorificenza di Commendatore.

Queste ed altre notizie (compreso il catalogo delle oltre 200 opere musicali) sono nella prima biografia del compositore casalese pubblicata nel 2001 dall’Assessorato alla Cultura della Città di Casale Monferrato a cura dello scrivente con la collaborazione di Ugo Piovano che desidera rendere merito a una figura importante della cultura italiana e illumina un altro angolo della musica strumentale italiana dell’Ottocento che tanto ha ancora da offrire a musicologi, musicisti, pubblico. 

Uno dei rari dipinti individuato presso lontani parenti a Gorizia durante la citata ricerca biografica ritrae i due giovani fratelli Hugues con flauti in legno conici dotati di vecchio sistema Ziegler. Proprio recentemente il flautista e musicologo Ugo Piovano ha ritrovato una preziosa recensione de «Il Monferrato» che già nel 1876 riferiva che «gli intelligenti ben presto si accorsero che i distintissimi esecutori avevano qualche cosa di meglio degli antichi flauti di legno: infatti si venne a sapere che gli Hugues avevano eseguita la loro musica coi nuovi flauti di metallo inventati dall’illustre Briccialdi, il veterano dei flautisti italiani». Dal cuore del Piemonte Hugues incarnava dunque il desiderio di aggiornamento sulle novità strumentali contemporanee e sulle nuove tecniche esecutive, soprattutto sul quel nuovo modello brevettato dal “Paganini del flauto” ternano (inizialmente scelto da Theobald Böhm quale testimonial del suo sistema) e adottato dall’Istituto musicale della città appena divenuta capitale della Nuova Italia. 

A poco più di un secolo dalla scomparsa di Hugues, un’altra notizia ha fatto scalpore nell’ambiente flautistico. Mi riferisco al ritrovamento del collezionista e ricercatore Bruno Raiteri dell’archivio personale di Hugues a Casale comprendente tutte le opere e i manoscritti ritenuti perduti e vanamente cercato ai tempi della indagine biografica. È una scoperta che contribuisce ad arricchire il repertorio della musica italiana per flauto e completa finalmente il ritratto artistico del compositore piemontese.

Claudio Paradiso

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