Spartito (III, 12 pp.)
Prima edizione moderna a cura di Elena Ballario
Con lo Studio di Concerto op. 74 di Carlo Rossaro si avvia l’ambizioso quanto mirabile progetto di riedizione della musica pianistica e cameristica del compositore crescentinese che dedicò la sua opera quasi unicamente al pianoforte. Sono circa un centinaio le composizioni pianistiche di Rossaro, appena tre quelle cameristiche, 15 Romanze e Contemplazioni per canto e pianoforte, un solo lavoro orchestrale e un’opera lirica, Cassandra, portata a termine dal figlio Sigismondo.
Lo Studio di Concerto op. 74 fu dedicato da Carlo Rossaro all’amico compositore Luigi Luzzi. Pubblicato dapprima dalla casa editrice Lucca di Milano (non si conosce la data di pubblicazione), fu successivamente rieditato della casa editrice di Tito Ricordi che nel 1888 acquistò l’antagonista milanese, gestita dal 1872 da Giovannina Strazza vedova Lucca, ponendo fine alla rivalità durata circa sessant’anni. Nonostante sia un lavoro che risale alla maturità del compositore, ossia dopo il primo viaggio del 1865 in Germania insieme a Luigi Luzzi compiuto per profonda devozione a Wagner, esso risente ancora dell’influenza dello stile pianistico che paga il tributo all’ambiente salottiero torinese della seconda metà dell’Ottocento con una tradizione strumentale senza grandi innovazioni e pretese.
La scrittura presenta un ritmo costante di terzine, suddivise tra le due mani, che sostiene una dolce melodia inquieta ed espressiva. La forma tripartita è preceduta da una cadenza introduttiva declamata che propone gli elementi che saranno sviluppati nello Studio collegati tra di loro da arpeggi virtuosistici, a cui segue la parte A in tonalità minore basata sulla frase melodica già annunciata e utilizzata anche nella breve sezione centrale B di carattere più esplicito e appassionato nel tono relativo maggiore, per tornare a concludere con la ripresa di A nella tonalità minore d’impianto senza particolari variazioni rispetto all’esposizione.
Siamo al cospetto di un compositore la cui evoluzione lascia intendere prospettive di affermazione tramite uno stile che prende forma nel corso della sua esperienza; il carattere dello Studio op. 74 è schietto, la melodia sempre scorrevole, l’armonia in questo caso dignitosa, non proiettata verso le audacità di altre composizioni, minuziose le indicazioni espressive, agogiche e dinamiche, aspetto quest’ultimo che caratterizza in modo quasi assillante e tormentoso le composizioni di Rossaro, con il probabile fine di voler far capire a tutti i costi la propria idea espressiva per avere la certezza di non essere sottovalutata o non interpretata con la giusta intenzione.
Elena Ballario
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