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Giuseppe Tagliabò – Grande Sonata per fortepiano con accompagnamento di violino

18,00

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Spartito (II, 26 pp.) e parte staccata (4 pp.) Edizione completa su carta avorio ad alta grammatura

Nato a Torino nel 1774 circa, Giuseppe Tagliabò era figlio di Michele Angelo e di Angela Miloco. Avviato dalla famiglia allo studio della musica (con particolare attenzione per il cembalo e l’organo), prima di dedicarsi alla carriera di negoziante e  stampatore di musica, ricoprì diversi incarichi tra cui quello di insegnante privato di cembalo, di organista presso la Cappella Regia (attestato nel periodo dal 1814 al 1859), di maestro capo corifeo e maestro al cembalo presso il Teatro Regio, nonché di compositore e copista.

A Torino il suo nome iniziò a girare dopo il primo decennio dell’Ottocento, soprattutto come maestro di cembalo e di musica. Tra i suoi allievi sappiamo che ebbe per breve tempo, tra il 1810 ed il 1814, Massimo d’Azeglio, che lo cita come proprio precettore di musica nell’opera postuma I miei ricordi (parte prima, capitolo X).

Tagliabò appare poi tra i papabili docenti di musica proposti da Prospero Balbo al governo di Parigi, negli anni del governatorato francese, all’interno di uno studio preparatorio destinato a proporre la creazione di una scuola di musica.

All’interno del saggio Mémoire sur l’organisation de l’école de musique de Turin (scritto da Balbo nel 1809 per sollecitare l’istituzione, in città, di un Conservatorio su modello del «Conservatoire Nationale de Musique» di Parigi) il nome di Tagliabò fu proposto per l’insegnamento di alcune materie tra cui canto, solfeggio e pianoforte. Purtroppo l’iniziativa non si concretizzò e si dovettero attendere altri 60 anni prima che Torino realizzasse, con la creazione del Liceo Musicale, un proprio conservatorio.

Alla fine della seconda decade dell’Ottocento Tagliabò si diede al commercio di strumenti, di libri e carte da musica ed all’attività di copista, aprendo un proprio negozio il 5 maggio 1818 in via della Barra di ferro, ad oggi via Bertola.

La svolta della sua carriera si ebbe grazie alla conoscenza con Giuseppe Aloisio Magrini, (Tolmezzo, 18 ottobre 1779 – Torino, 2 aprile 1852) proveniente, dal Lombardo-Veneto, da una famiglia di medici e chirurghi ed esperto ed entusiasta della tecnica calcografica. Tra i due nacque da subito un sodalizio per il quale i due soci unirono le proprie competenze (Tagliabò nel settore musicale, Magrini in quello tipografico) avviando nel 1819 una vera e propria attività editoriale musicale.

La neonata ditta Tagliabò & Magrini, che agli inizi si registrò presso il negozio di Tagliabò, necessitò da subito di nuovi spazi: già nell’aprile del 1820 si trasferì in contrada San Filippo, al  numero 17 e, più definitivamente, in piazza Carignano nel gennaio del 1826.

La casa editrice Tagliabò & Magrini fu la prima, in città, a dedicarsi esclusivamente alla musica a stampa. In circa dodici anni di attività la ditta produsse qualche centinaio di stampe musicali, purtroppo prive di numero editoriale o di lastra.

Presso le sale del castello del Valentino, in occasione dell’Esposizione triennale del 1829, Magrini presentò due saggi di musica da lui incisi, ricevendo una menzione d’onore per il lavoro fatto. L’assenza del nome di Tagliabò in relazione a tale iniziativa può significare una netta divisione dei ruoli all’interno della ditta (di cui Tagliabò curava principalmente la parte commerciale) ma potrebbe anche essere un primo segno delle divergenze e dei contrasti tra i due editori che, tra la fine del 1830 e l’inizio del 1831 giunsero a sciogliere la società.

Alla chiusura dell’attività, Magrini cedette la sua quota a due suoi dipendenti Racca e Balegno in cambio di un vitalizio di 2.000 lire, mentre Tagliabò proseguì con la sola vendita della musica.

Sposato in prime nozze con Giuseppa Tarino, Tagliabò ebbe cinque figli (Polissena, Olimpia, Virginia, Gaetano ed Edoardo). Dopo la morte della prima moglie, nel 1838 circa, si risposò con Cristina Debenedetti che lasciò vedova, morendo il 15 novembre 1859. Delle sue composizioni si conoscono le 3 Sonate del 1802 proposte in sottoscrizione presso il libraio Morano, una Grande Sonate per pianoforte e violino edita in proprio nel 1808 ed alcune trascrizioni di motivi operistici.

Claudio Simone Brosio

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Genere

Musica da camera

Organico

fortepiano, Violino

ISMN

979-0-52030-022-3

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